Sull’autentica amicizia, Cicerone

Il Laelius de amicitia (più noto come De amicitia: “Sull’amicizia”) è un dialogo di carattere filosofico scritto da Cicerone tra l’estate e l’autunno del 44 a.C. e dedicato a Tito Pomponio Attico.

Nell’antichità soltanto l’epicureismo aveva cercato di svincolare il valore dell’amicizia da quello di utilitasIn questo trattato, che a prima vista potrebbe sembrare un dialogo tra amici, in realtà Cicerone utilizza autorevoli fonti per sostenere l’amicizia libera dal vincolo politico.

«L’amicizia, lungi dal risolversi in modo esclusivo nella sfera dell’utile e dell’interesse particolare del singolo individuo, deve fondarsi prima di tutto tra i boni cives, su una comunione di valori etici condivisi aventi il loro cardine nel concetto di virtus (18-28). L’amicizia è un sentimento nobile che nasce dall’amore reciproco per la virtus, e non dal bisogno o da una certa sua utilità. […] l’amicizia non si deve dunque regolare in base all’utilitas ma alla stessa virtus, come aveva affermato già Aristotele, ed è per questo che non si deve assecondare l’amico se il suo comportamento è sbagliato, nel senso che si pone contro la stessa virtù: questa infatti non è più amicizia, ma complicità (29-44).»

Il dialogo nasce dalla volontà di superare l’antica e tradizionale concezione romana dell’amicizia come serie di legami personali a scopo di interesse politico. Il dialogo contiene l’elogio dell’amicizia, adottando l’ideale ellenico della filantropia, che però viene calato nel contesto della realtà romana, tanto da diventare “legame interessato”, fra persone aventi gli stessi ideali politici. L’Amicitia per i Romani era anzitutto la creazione di legami personali a scopo di sostegno politico.

Cicerone cerca di definire i fondamenti etici del sentimento che lega gli uomini. La novità della sua impostazione consiste soprattutto nello sforzo di allargare la base sociale delle amicizie, ponendovi alla fondamenta valori come virtus e probitas, al di là della cerchia ristretta della nobilitas.

Quella propagandata da Lelio non si configura unicamente come amicitia politica: ciò si evince dal fatto che l’opera trasuda di una disperata necessità di rapporti sinceri, quali Cicerone, preso nel vortice delle convenienze imposte dalla vita pubblica, poté forse provare solo con Attico.

1 Comments

  1. Tengo caso questo minuscolo libriccino prezioso ma ahimè non trovo più l’amicizia pura declamata dal maestro Cicerone. Anch’io trasudo dalla voglia di rapporti sinceri ma nella società attuale non esistono più. 😔

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